La stampa odierna ci racconta della preoccupazione manifestata dal sindaco Ambrosino che, per giustificare la necessità di un intervento sulla scogliera di Cala Feola, spiega che “risulterebbe assolutamente necessaria in caso di terremoti, maremoti o situazioni imprevedibili che si dovessero verificare”.
Lo confesso, ci ha messo in allarme: come proteggerla, allora, da meteoriti che dovessero schiantarsi sull’area? Una serie di aerostati, per esempio, posizionati in modo opportuno, che facciano da schermo o li facciano rimbalzare altrove? Una batteria di missili terra-aria, per distruggerli mentre sono ancora in volo?
Scherzi a parte, scopriremo vivendo quali siano gli affari che Ambrosino intende promuovere o tutelare con quest’iniziativa: ché di questo si tratta, in tutta evidenza, oltre che di una grossolana operazione di autopromozione.
Molti sono i siti isolani che richiederebbero un intervento urgente di messa in sicurezza, che ne permetta finalmente una fruizione pubblica, Chiaia di Luna in testa.
Scopriremo presto quali sono, invece, gli interessi che richiedono un intervento urgente e spiegano la pressante richiesta del sindaco: a dirla tutta, assomiglia alle operazioni che si mettono in opera a “fine corsa”, cioè a fine mandato.
Intendiamoci, Cala Feola presenta delle criticità evidenti, per quanto riguarda la sicurezza degli ormeggi: infatti, il progetto di Cala dell’Acqua avrebbe dovuto affrontarle, consentendo di destinare Cala Feola alla balneazione e prevedendo dei posti barca, diverse decine, proprio a questo fine.
Ma questa giunta l’ha bloccato.
Ambrosino ha dimostrato almeno una capacità: è riuscito a guadagnarsi molta indulgenza dalla stampa locale e dai siti di informazione isolani.
Ad esempio, è di qualche giorno fa la notizia che la regione ha stanziato 3.730.000, in tre anni, per le aree portuali di Anzio, Formia, Terracina, Ponza e Ventotene: così, a Ponza arriveranno circa 750.000 € per interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, che però sono subordinati alla trasmissione della documentazione e della determinazione comunale di rendicontazione finale delle spese effettivamente spese.
Ci vorrà un po’.
Anche perché nessuno si è preso la briga di ricordare il comunicato stampa del 7 marzo 2024, che spiegava che “ il Comune di Ponza è riuscito ad ottenere dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un impegno finanziario di € 11.450.000,00 “, salvo poi essere incapace di portarlo a buon fine.
Già lo scorso 3 ottobre abbiamo documentato come la comunità ponzese sia stata tenuta completamente all’oscuro del fallimento di ogni interlocuzione istituzionale per l’intervento sul porto borbonico, malgrado la decisione sia stata assunta il 2 agosto scorso, dal Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio e poi pubblicata in Gazzetta Ufficiale, il 20 agosto.
La cosa divertente è che è proprio al Dipartimento Casa Italia che il sindaco si rivolge per salvare Cala Feola…
Di tutto questo non c’è traccia sulla stampa, e nemmeno sui siti isolani.
Così, Ambrosino può inventarsi una sciocchezza ogni giorno, e nessuno gli ricorda quelle di sei mesi fa: sul suo sito facebook esulta giulivo che spera di mettere mano alle barriere di protezione del Porto Borbonico e di Cala Feola, e nessuno gli fa notare che ha perso i finanziamenti ad agosto – quando l’assessore alla portualità ha dovuto assentarsi – e che ha bloccato il porto a Cala dell’Acqua.
E c’è un altro problema che passa ancora sotto silenzio, ma che, prima o poi, si manifesterà in tutto il suo peso: il debito del Comune, dalla presentazione del sedicente Piano di Riequilibrio Pluriennale, è aumentato in maniera significativa, altro che rientro.
Se qualcuno, per avventura, dovesse sostituire l’attuale sindaco, si troverà a dover gestire solo macerie e debiti.
Intanto, Ambrosino continua a raccontare di castelli in aria….