Danilo D’Amico è agli arresti domiciliari da quattro mesi e le indagini non sono ancora concluse…..
Che il sequestro di un immobile e la denuncia, per abuso edilizio, di “due persone”, siano potuti assurgere agli onori delle cronache ponzesi, anche adesso che non ci sono notizie di rilievo da dare, francamente fa sorridere: anche se poi è stato precisato, con evidente ritrosia, che si tratta dei “parenti” dell’ex vicesindaco, Giuseppe Feola.
Ciò che la stampa locale non ha ancora il coraggio di comunicare, pur disponendo certamente di tutte le informazioni necessarie, è che si tratta degli “effetti collaterali” di un’altra indagine, assai più corposa, che riguarda la banda di sporcaccioni che presidia il Consiglio e la Giunta comunali ponzesi, ormai dal 2012.
Sporcaccioni in senso proprio, letterale: è dal 1992 che sono responsabili di episodi documentati di inquinamento ambientale, senza che si siano mai posti il problema di rimediare ai danni causati.
Poi, nel 2009 hanno esagerato, 100.000 lt di gasolio sversati sull’arenile di Giancos: ci saranno voluti quindici anni, ma i nodi stanno venendo al pettine.
Sono stati quindici anni di angherie e prepotenze, ai danni di chiunque si opponesse ai desideri della Società Elettrica Ponzese.
Il periodo cruciale è stato quello coperto dalla giunta in carica dal 2012 al 2017: si è nascosto il disastro ambientale, si è “gestita” la Conferenza dei Servizi che avrebbe dovuto chiarire le responsabilità e assicurarne la bonifica; e si è tenuta lontana ogni ipotesi di realizzazione di un cavidotto con la terraferma, che assicurasse approvvigionamento idrico ed energetico.
Ma, soprattutto, si sono garantite le condizioni affinchè gli inquinatori, nel 2016, potessero assicurarsi la realizzazione e gestione della nuova centrale elettrica di Monte Pagliaro, per trent’anni e senza alcun obbligo di investimento nelle fonti rinnovabili.
Tra un po’ diventerà di pubblico dominio che anche quell’intervento è stato caratterizzato da irregolarità urbanistiche e abusi edilizi: gli elementi che caratterizzano da sempre i rapporti tra la SEP e l’amministrazione comunale.
Con il particolare che né la proprietaria, né il suo convivente, hanno mai messo una firma che li inchiodasse a delle responsabilità, da sempre trovano chi lo fa per loro conto.
La giunta Ferraiuolo ha il torto di non averli neutralizzati: anzi, a differenza di quella che c’è adesso – che è finta – l’ opposizione di Sandolo, Feola e Ambrosino, tra il 2017 e il 2022, ha portato alla campagna di comunicazione sugli avvisi di garanzia dello scorso settembre 2023, assai ben sostenuta dalla stampa locale, con la quale, evidentemente, hanno buoni rapporti.
Sindaco, assessori, funzionari…perfino il Segretario Comunale, tutti coinvolti, con grande enfasi sui media locali, anche recentemente, con le udienze preliminari.
Risponderanno ai magistrati, com’è giusto che sia.
Ma Feola e Ambrosino sono stati più furbi: loro, il Segretario Comunale nemmeno ce l’hanno avuto ,fino a poco tempo fa , e hanno fatto firmare tutto alla Dott.ssa Marra….!
Poco importa se poi i provvedimenti assunti sono a rischio decadenza: non hanno concluso assolutamente nulla, in due anni…
Poi, nel 2022, sono stati colti da un delirio di onnipotenza: gli obiettivi erano assumere il controllo del progetto di Cala dell’Acqua e del Comprensorio 13, di Chiaia di Luna, il rinnovo delle concessioni demaniali e gli accordi con i consorzi “sotto traccia”, di cui parlano tre amici, in una registrazione che circola da tempo sull’isola.
Ma hanno sottovalutato un particolare: malgrado la loro presenza, l’Italia è un paese civile e Ponza ne fa parte.
Hanno cominciato ad avere dei dispiaceri al TAR, per la famosa cabina elettrica e per il porto alle Forna.
E i Carabinieri del NIPAF hanno rilevato ben di più che un abuso edilizio, in area di tutela ambientale, ad opera dei genitori dell’ex vicesindaco, che adesso non ha più lo stesso controllo sugli uffici – e sui fascicoli che lo riguardano – che aveva prima.
Non si può pensare di controllare il mondo all’infinito, con il ricatto delle autorizzazioni, dei permessi o delle concessioni; dosando dispetti, denunce anonime e molestie amministrative contro gli avversari e invece consulenze e favori agli obbedienti; falsificando documenti o, semplicemente, affermando il falso.
E’ ovvio che, sotto indagine, siano finiti tutti gli atti che possano suggerire degli illeciti amministrativi: un lavoro lungo, certo..
Giuseppe Feola, dimissionario da agosto, continua a frequentare assiduamente i locali dell’amministrazione comunale, probabilmente cercando di evitare altri danni collaterali: il sindaco e là neo vicesindaco, mica possono fare tutto da soli.
Chissà che ne pensano i magistrati.
Aspettiamo con ansia di scoprirlo.
Ache su Facebook: Progetto Ponza. 2034.