Queste sono le candide dichiarazioni di Ambrosino, lo scorso dicembre, quando la faccenda delle linee blu e delle contravvenzioni di quest’estate si era manifestata in tutta la sua stupidità:
“ Vi informiamo però che molte, moltissime, di queste sanzioni sono dovute a:
– errori materiali commessi nella fase di importazione delle immagini;
– mancata verifica delle targhe degli automezzi autorizzati;
– passaggi estemporanei non comunicati con la dovuta tempistica;
– diverse modalità di richiesta dei permessi che poteva generare confusione;
– non aver tenuto conto di richieste o certificazioni di passaggio in ZTL;
– altre casistiche che stanno emergendo analizzando le varie situazioni.”
In estrema sintesi, non c’aveva capito nulla, non era capace di far funzionare il sistema di sorveglianza e gli uffici non erano in grado di gestire le informazioni.
La notizia di qualche giorno fa è che ha finalmente messo in cantiere l’azienda speciale di cui si parla dalla scorsa estate: quello che non si capisce, è perché dovrebbe funzionare meglio, visto che gli attori in gioco sono sempre gli stessi.
Non solo: qualcuno dovrà spiegare in che modo le strisce blu, la ztl e, soprattutto, il maggior scarico di rifiuti indifferenziati, possano influire positivamente sul destino dell’isola.
Infatti, gli introiti della sedicente “tassa di stazionamento”, ammesso che non incida sulla frequentazione dell’area, comunque non sono destinati a ridurre la TaRi: e quindi, la franchigia di 50 lt di rifiuti prevista per ogni imbarcazione che la paghi, arricchirà solo chi gestisce lo smaltimento e aumenterà i costi per i cittadini.
Un’idea geniale.
Tuttavia, le sciocchezze di questa giunta, di solito, nascondono un obiettivo: in questo caso, è probabile che l’azienda speciale serva a preparare una fregatura speciale per tutti coloro che sono interessati dalle concessioni demaniali.
L’obiettivo di Ambrosino è la prossima campagna elettorale, che ha già iniziato: probabilmente, è sfiorato dal dubbio di avere davanti meno tempo del previsto.
Quindi, sta predisponendo la maggior quantità di rapporti di scambio che il suo ruolo gli consente di predisporre.
Questa giunta, grazie ad un fortissimo supporto legale e alla copertura di settori strategici dell’apparato regionale, ha dimostrato di saper parare molti colpi: dalla Corte dei Conti, dal TAR e perfino dal Consiglio di Stato.
In molti speriamo nel lavoro degli inquirenti: che però, in uno stato di diritto, devono rispettare tempi e regole, che non sempre seguono i ritmi della vita reale dei cittadini e delle imprese.
Certo, tutti coloro che , sull’isola, ancora conservano la legalità come valore sociale fondante, considerano l’interdizione della giunta Ambrosino dai pubblici uffici, come un intervento di igiene amministrativa, necessario ed urgente: ma occorre aver pazienza, anche se, in tempi come questi, c’è da temere più per la rassegnazione delle persone perbene, che non per l’ostinazione dei delinquenti.
Su quest’aspetto, in particolare, cercheremo presto di darci da fare.
Per intanto, ci sorbiremo aziende speciali e foglie di fico universitarie: il prof.Pompili, per la possibile gestione dei fondi PNRR – quasi 11 mln destinati all’energia, come se non ci fosse nient’altro di strategico di cui occuparsi, a Ponza – e l’Università della Tuscia per corsi rivolti ai cittadini e agli operatori turistici, per approfondire la conoscenza del nostro territorio e, magari, spiegargli perché è meglio non sversare grandi quantità di gasolio sull’arenile…
Consoliamoci sapendo che c’è un meccanismo al quale nessuno può sottrarsi e che nessuno, finora, ha ancora messo in discussione: è quello delle libere elezioni, attraverso le quali i cittadini scelgono le persone cui affidare l’amministrazione della propria comunità.
I ponzesi, nel 2022, hanno commesso un errore madornale, eleggendo Ambrosino e Feola, gli apprendisti della giunta del Gorilla, tra il 2012 e il 2017, e consentendo che la SEP possa controllare, ancora oggi, la giunta comunale con diverse pedine, prima direttamente con Feola e adesso con le Feola girls.
Ci vorrà molto tempo per rimediare a ciò che lasceranno in eredità e, malauguratamente, non c’è modo di recuperare il tempo perduto.