Pensavamo fosse avanspettacolo…ma eravamo ottimisti.
Lo scorso 14 settembre ironizzavamo sulla vicenda della ormai mitica cabina SEP alle Forna e della fine ingloriosa del buon Ing.Sarao, l’archetipo del burocrate sacrificale, ritrovatosi a depositare un falso in atto pubblico, conto terzi.
La vicenda ha un aggiornamento: il posto di Sarao è stato conquistato dal geom. Angelo Rotolo, che ha presentato al TAR un nuovo certificato, a sua firma, che dimostra come la cabina in questione sia effettivamente su suolo comunale: facendo così decadere i motivi di ricorso da parte del privato, proprio cornuto e mazziato, è il caso di dire.
Conoscendo il privato in questione, dubitiamo che accetti il ruolo di buon grado.
E comunque, è il caso di fermarsi a riflettere su ciò che è accaduto e sta accadendo.
La cabina sta sempre lì, non si è spostata ed è sempre la stessa per cui fu emessa un’ordinanza di demolizione nel 2018, da parte del Comune di Ponza.
Miracolosamente, le linee cartografiche si sono spostate: grazie all’intervento di un professionista della SEP, che ha provveduto a ridisegnarle in maniera più consona agli interessi del suo committente.
Adesso, tutto questo andrà davanti al Consiglio di Stato: un altro rinvio, un ulteriore intasamento della giustizia amministrativa con faccende che andrebbero risolte, una volta per tutte, per via giudiziaria.
Perché è inutile girarci intorno: l’attuale giunta comunale e la SEP hanno adottato una modalità di governo dell’amministrazione ponzese, che non ha alcuna aderenza con le regole fissate nell’ ordinamento giuridico di questo paese.
Occorre iniziare a dichiararlo senza timidezza, come è indispensabile che le ormai numerose attività di indagine in corso, giungano a conclusione.
Questo non soltanto perché la giustizia in ritardo, spesso, è un po’ meno giusta: ma soprattutto perché la tecnica, ormai consolidata nel tempo, di quest’allegra combriccola, consiste nell’affermare le cose più fantasiose, all’occorrenza confezionarle su misura e poi obbligare i loro interlocutori a dimostrarne l’infondatezza.
La tecnica è sempre “dare un altro calcio al barattolo”, rinviare oltre la prescrizione, se possibile, oltre la capacità di resistenza degli avversari, se è il caso, approfittando della forza di non dover affrontare spese legali come persone fisiche, ma sempre a spese della collettività.
Oltre a dotarsi, ma è facile, di un’assistenza legale di prim’ordine.
E’ un circolo vizioso che deve essere spezzato, o andrà avanti all’infinito.
Il tema è la costante influenza – e presenza – della SEP in giunta, la collaborazione sostanziale che ha da parte del sindaco e delle due figure di rilievo attualmente, la vice sindaco Sandolo e la dott.ssa Marra: e una riserva di burocrati sacrificali , pronti a firmare tutto e il suo contrario.
Insomma, sia pure nel rispetto formale delle procedure, è sempre una partita truccata: non c’è nulla di più criminogeno, se non vi si pone rimedio.