Qualche giorno fa il sindaco ha postato sul suo sito una nota di soddisfazione, per l’inizio dei lavori per la realizzazione dell’isola ecologica e la conclusione dell’iter per l’assegnazione della gara per la raccolta dei rifiuti.
Ci ha messo quasi tre anni a realizzare quella che, secondo la sua campagna elettorale, era un’emergenza.
Ambrosino si è tenuto prudentemente a distanza, però, dal tema della tassa sui rifiuti, che è una storia della quale deve solo vergognarsi: i costi sono letteralmente esplosi, senza che sia stata fornita la minima spiegazione.
Il suo motto, dai rifiuti all’energia, è “servizi da terzo mondo e costi da paese industrializzato”: resta il dubbio sulla destinazione degli incassi.
Grazie ad una stampa locale – che definire accondiscendente è un eufemismo – sempre pronta ad enfatizzare le banalità più ovvie, il primo cittadino ponzese annuncia sempre le stesse cose, a cadenza periodica: la raccolta dei rifiuti e l’intervento a Cala Caparra.
Ma ieri c’è stato un guizzo di creatività: il ticket di stazionamento!
L’unica cosa che gli è parzialmente riuscita quest’estate, per un’unica ragione: lui non doveva fare assolutamente nulla.
E con la stessa applicazione commerciale, My Ponza, ha pensato di gestire il progetto BarcaBarca, che invece non funziona e non funzionerà, anche perché non ci ha capito assolutamente nulla: si era limitato a leggere la tabella riepilogativa alla fine, che indicava un introito potenziale di 330.000 €, senza capire che gli serviva un sistema di raccolta differenziata sulle barche, prima ancora che a terra.
Del ticket di stazionamento, Ambrosino racconta che servirà a iniziative di salvaguardia dell’ambiente marino: finalmente metterà mano al depuratore di Giancos?
Francamente fa un po’ sorridere, che parli di salvaguardia ambientale proprio il sindaco a capo della peggior banda di sporcaccioni della storia dell’isola, tra disastri ambientali e abusi edilizi: ma una spiegazione c’è.
Questo sindaco, in tre anni, non ha concluso assolutamente nulla ed ha bisogno di raccontare frottole per distrarre la gente dal fatto che, quella che si prepara, sarà un’estate difficile.
Sul tema trasporti è buio pesto, fino a fine 2025 almeno.
Niente dissalatore, nemmeno nel posto sbagliato dove aveva provato a piazzarlo, in ossequio alla dottrina del Gorilla e ai voleri della SEP.
Ci auguriamo, per doveroso senso civile, che meno di 100 giorni, quelli che mancano all’inizio della stagione, siano sufficienti a risolvere il problema del depuratore, ma ogni giorno che passa è più complicato: c’è gente che ha venduto casa , a Giancos, per il tanfo che non voleva più sopportare.
Poi, provate a chiedergli che succederà con le mitiche linee blu: immaginiamo, purtroppo, che persevererà diabolicamente e ne vedremo delle belle.
Sul fronte delle concessioni demaniali, alla sua incapacità si somma quella del governo centrale, da un lato, e quella dei soggetti interessati, dall’altro.
Questi ultimi non sembrano coscienti del fatto che, se non si decidono a prendere l’iniziativa, saranno lacrime e sangue per moltissimi, tranne che per i pochi abbastanza forti per trarsi d’impaccio da soli: e la zona di Giancos, se il NIPAF e la Procura non intervengono in fretta, diventerà territorio SEP, sia a terra che in mare, e saranno guai per tutti.
Per non parlare delle Forna: bloccata la realizzazione del porto, fallita la realizzazione del dissalatore, a fine gennaio è stato tirato fuori un coniglio dal cilindro.
Si farà un eliporto! Proprio così!
Con tanto di delibera di giunta in data 31 gennaio 2025.
In generale, l’idea di fondo sembra essere che i Fornesi debbano essere comunque esclusi dallo sviluppo turistico dell’isola: solo dissalatore, centrale provvisoria, eliporto e, grazie a tutti, discarica occasionale.
Sosteniamo da tempo che questa giunta persegua progetti “coperti”, volti a favorire amici e sodali, al riparo da qualsiasi dibattito pubblico: anzi, si sono molto arrabbiati quando, un anno fa, ne è stato organizzato uno per discutere del porto.
Ambrosino fa tutto di nascosto ed è il perno di un comitato di affari, che comprende la SEP in prima battuta, e poi tutti coloro che intendono fare affari sull’isola, senza farlo sapere.
Un eliporto, alle Forna, è utile quanto un ippodromo al Semaforo della Guardia: ma siamo certi che, al momento opportuno, sorgeranno solerti turiboli a sostegno di quest’ennesima stupidaggine e già si stanno scaldando a bordo campo.
I temi di fondo sono sempre gli stessi.
Deve lavorare la magistratura inquirente, per riuscire a dimostrare la contiguità, del sindaco e della sua giunta agli affari, assai più che all’interesse dei Ponzesi.
E i Ponzesi devono adoperarsi più attivamente, per essere davvero protagonisti delle proprie vite sull’isola.
Sul primo punto, dobbiamo solo aspettare ed avere fiducia.
Sul secondo, qualcosa si può fare…
Ne riparleremo prestissimo.