MA QUANTO DURA IL CARNEVALE, A PONZA? Le affinità elettive n.2

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Ai tempi dell’università e dei primi lavori, uno dei miei maestri fu l’Arch. Mauro Cecchi, viareggino trapiantato a Milano, che era un grande esperto di promozione territoriale e progetti di sviluppo dell’artigianato.

Una delle sue battute memorabili era, a proposito del destino dello sviluppo dei territori :

“ poi un giorno arriva un c……e pieno di idee e di entusiasmo,  e servono dieci anni per porre rimedio alle fesserie che ti lascia…”

Ecco, ho l’impressione che Ponza sia messa più o meno così.

La delibera adottata lo scorso 28 febbraio, sulla modifica del regolamento del ticket di stazionamento, stabilisce una franchigia di 50 lt di spazzatura ad imbarcazione che si presenti nell’area di applicazione della tariffa: cioè, un sacchetto medio di rifiuti indifferenziati, che le imbarcazioni potranno conferire autonomamente all’entrata del porto e presso i punti di raccolta, che si aggiungeranno così alla massa di rifiuti già prodotta sull’isola, aumentando la frazione indifferenziata, a tutto vantaggio, esclusivamente, di chi si occupa dello smaltimento.

Una pensata geniale!

Anche perché la medesima delibera indica la destinazione dei proventi della tassa di stazionamento e, la riduzione della Tari per gli isolani ne è esclusa!

Ambrosino, del progetto Barca a Barca – e non solo – non ha mai capito nulla: ha solo letto il prospetto di previsione economica finale e l’ha ficcato nel Piano di Riequilibrio Pluriennale, mancando clamorosamente gli obiettivi.

E, infine, le zonizzazioni previste non tengono conto delle necessità della pesca locale: ne vedremo delle belle, anche in proposito. 

Ma il peggio si sta preparando per Le Forna.

La Delibera di Giunta Regionale DGR n.2251 del 3.05.1983 , tutt’ora vigente, prescriveva:

che il comprensorio n.13 venga escluso e stralciato dall’approvazione del PRG.” 

“ Che, in conseguenza di ciò, il comprensorio in questione assuma la destinazione di – Zona destinata al recupero urbanistico e ambientale-.”

 “ Che l’approvazione delle norme concernenti il comprensorio medesimo viene demandata al successivo atto di questa Giunta regionale che dovrà essere emanato sulla base di un progetto di sistemazione planuvolumetrico di iniziativa comunale o privata, riferito all’intero comprensorio e completato di specifiche norme di attuazione che prevedano le opere di ripristino ambientale e la loro temporalità, nonché ovviamente le singole destinazioni di zona e le prescrizioni necessarie per l’ attuazione.”

La giunta Ambrosino ha conferito l’incarico, finanziato dalla Regione, per il piano particolareggiato e la variante di PRG per Le Forna.

Eliminata, per ora, Marina di Cala dell’Acqua srl, si procede a passo di carica per la realizzazione dei progetti che Feola, Ambrosino e i loro compagni di merende, hanno in mente, sin dall’insediamento dell’attuale amministrazione.

I Fornesi, nei loro progetti, avranno la facoltà di essere fregati un’altra volta: senza essere informati, né organizzati, avranno poca agibilità ed efficacia nella fase delle osservazioni e il gioco sarà fatto.

Ma andrà davvero così?

L’ipotesi di una speculazione edilizia – vera e probabile, questa – a Le Forna, in coincidenza con la eventuale – dichiarata – realizzazione del nuovo porto, è stupidamente controproducente per gli isolani,  per due buone ragioni .

La prima è il consumo di suolo, che sull’isola è già molto significativo, per quanto poco registrato, con la perdita conseguente di pregio ambientale.

La seconda è che, realizzando il porto e collegandolo in modo efficace con l’abitato esistente, ad esempio con un sistema a cremagliera, la frazione di Le Forna godrebbe di un incremento del valore degli immobili esistentimolto significativo, oltre ad approfittare in modo totale delle opportunità commerciali generate dalla struttura: e, viceversa, chi realizzerebbe i nuovi volumi edilizi? I pensionati di Le Forna?

Insomma, sarebbe una vera fregatura, per i Ponzesi, se il progetto di quest’allegra combriccola andasse in porto.

La notizia della settimana è il rilancio del gemellaggio con Frosinone, sotto gli auspici di S.Silverio: dobbiamo ammetterlo, é una scelta di coerenza e di affinità elettive.

Frosinone è il centro urbano più inquinato d’Italia: secondo i dati 2023 – quelli relativi al 2024 non sono ancora disponibili – è stata la città italiana che ha sforato più volte il limite dei 50 microgrammi al metro cubo di PM10.

Poteva, il sindaco dell’isola con la gestione ambientale più disastrosa dell’ultimo ventennio, farsi scappare una simile opportunità di festeggiare il Carnevale?

No di certo: tutti in pompa magna, con la banda e tutto.

Allegria!

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