Quando governano gli stolti

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La stampa locale ha dato ampio risalto alla notizia della vendita all’asta del Semaforo di Monte Guardia, parlando del “rigoroso piano di riequilibrio che il comune sta mettendo in pratica”.

In molti hanno sorriso: se il comune fosse così rigoroso, le consulenze amministrative e legali, per le quali non si lesinano spese, sarebbero molte di meno.

Ma restiamo sul tema: l’alienazione di un bene pubblico, che ben altra utilità potrebbe avere per l’isola.

Quale potrà mai essere il destino di quel manufatto, che viene sistematicamente riproposto in immagini vecchie di diversi anni, come se ci fosse ancora qualcosa da recuperare?

Ci sono stato qualche mese fa, a fine estate: è un rudere totalmente diroccato che può solo essere abbattuto ed, eventualmente, ricostruito, con tutti i vincoli del mondo.

Almeno, se ci si ostina a rispettare le leggi: ma questo, per l’attuale giunta, è da sempre un problema superabile.

Inoltre, il percorso – perché non si può parlare di strada e, in qualche tratto, nemmeno di sentiero – per arrivarci impedisce il trasporto di cose, se non a spalla: un bel problema, per qualsiasi intervento. 

Dunque, quali scenari si aprono per il Semaforo del Monte Guardia?

L’acquisto da parte di soggetti interessati ad uno sviluppo immobiliare sembra logico, ma è molto complesso: per cominciare, va progettata, autorizzata e realizzata una strada.

In alternativa, un’elisuperficie dedicata al trasporto dei materiali, ma il problema della strada si riproporrebbe ineluttabilmente dopo.

E comunque: sviluppo immobiliare per realizzare che cosa?

Una lussuosa residenza privata, che si appropri così di uno dei luoghi più suggestivi dell’isola? Con quale utilità per i Ponzesi?

Oppure: un albergo di lusso, che si aggiunge a quelli già esistenti che, di questi tempi, sono molto lontani dalla saturazione della loro offerta? E quale conto economico potrebbe mai giustificare l’iniziativa?

La risposta sarebbe una sola ed è molto inquietante.

Non sappiamo se l’arch.Porretta abbia avuto il tempo di una passeggiata fino al Semaforo, per rendersi conto dello stato dei luoghi, né se l’amministrazione “ abbia già registrato l’interesse” di qualcuno.

La verità è che, se si decide di destinare quasi 11 mln del PNRR a progetti funzionali agli affari della SEP, poi non c’è spazio per altro.

Lo abbiamo già scritto: il Semaforo potrebbe essere l’occasione di un bel progetto di comunità, realizzando un sito temporaneo di riciclaggio dei materiali, accanto al manufatto stesso.

Da lì partire con un progetto, tutto ponzese, di un’area per spettacoli ed eventi e una strada pedonale che arrivi in paese, abbastanza larga per i mezzi di soccorso e che preveda aree di sosta panoramiche, che possano essere anche “punti fitness” e installazioni di “land art”, come accade in molti altri luoghi d’Italia, con un buon successo di pubblico.

Un progetto tutto ponzese anche, e soprattutto, per l’investimento necessario che sarebbe speso tutto sull’isola, per remunerare il lavoro di aziende ponzesi: a differenza di quello che è stato proposto e progettato finora, che rappresenta fatturato per tutti, tranne che per gli isolani.

Un percorso che sarebbe un “unicum” nel Tirreno: una modalità di fruizione di cui l’isola ha bisogno, per sviluppare attività turistiche e giustificare una fruizione invernale e primaverile di Ponza, la famosa “destagionalizzazione”.

Allo stato attuale, l’ipotesi meno dannosa sarebbe quella che il comune stia solo facendo finta di rispettare quella autentica beffa che è il cosiddetto “piano di riequilibrio pluriennale”.

Ogni altra possibilità, sotto l’attuale giunta, sarebbe davvero preoccupante, ma è quello che succede quando governano gli stolti….

Quello che manca , sull’isola, è un “luogo” dove discutere di queste cose, dove la gente di buona volontà possa riunirsi e confrontarsi su idee di sviluppo e di futuro. 

Proveremo presto a fare qualcosa.

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