Qualche anno fa, di ritorno dalla Sicilia, ci fermammo per caso a Pizzo Calabro, con la scusa del tartufo gelato tipico del luogo.
Parcheggiammo poco sotto il centro cittadino, che è alto sul mare e, salendo verso l’abitato, passammo accanto ad una terrazza dove era posizionata una strana statua fatta di rete elettrosaldata: una delle installazioni artistiche più emozionanti che abbia mai visto.
Era “il Collezionista di Venti”, di Edoardo Tresoldi, un artista lombardo, all’epoca, oltretutto, molto giovane.
E’ un esempio di “land art” tra i più famosi, ho poi appreso.

Vivo in Maremma e il “Giardino dei Tarocchi”, inventato dalla scultrice Niki de Saint Phalle nel 1979, rappresenta oggi una delle principali attrazioni dell’area di Capalbio: si tratta di un parco artistico di circa 2 ha, dove sono state allestite delle sculture rappresentanti gli arcani maggiori dei tarocchi e, aldilà delle suggestioni esoteriche dell’autrice, ha avuto un ruolo importante per evitare che l’autostrada passasse per il territorio capalbiese, dove tanta borghesia italiana possiede tenute di grande pregio e dimensioni.

Il Comune di Peccioli ( leggi qui :https://www.firenzemadeintuscany.com/it/articolo/peccioli-cosa-vedere-e-cosa-fare-arte-natura/) ha vinto il premio Borgo dei Borghi 2024: nel cuore dell’Alta Valdera, tra Pisa, a nord, e Volterra e San Gimignano, più a sud, passando per campi di olivi, frutteti e vigneti, affiancati da antiche tenute toscane, il borgo di Peccioli è diventato un luogo unico da visitare per il suo mix di arte contemporanea e progetti ambientali grazie anche all’innovativo impianto di smaltimento di Legoli, al suo anfiteatro all’aperto e alle idee di un sindaco visionario, Renzo Macelloni.
C’è qualcosa di simile ai tre esempi che ho proposto, nelle isole del Mediterraneo?
No, ho controllato. Non c’è ancora nulla.

Ma a Ponza, lo scorso anno, ci ha pensato Biagio Vitiello.
Dal 5 all’11 aprile 2023 sull’isola di Ponza si è tenuta la prima edizione di Ponza LandArt, una residenza d’artista ideata e organizzata dall’artista Laura Pagliai e ospitata da Biagio, proprietario del Giardino Botanico di Ponza.
Una settimana di arte e natura raccontata per immagini, nel catalogo che adesso è scaricabile gratuitamente: naturalmente, non gli è stata data l’attenzione che merita, non è stata compresa la potenzialità dell’iniziativa e non ha ricevuto alcun contributo, né alcun supporto dal Comune.
La cosa non stupisce minimamente: è un’ulteriore prova dell’incompetenza dell’attuale amministrazione.
Un percorso di land art sull’isola sarebbe un’attrazione ed un’offerta turistica unica nel suo genere: un’esperienza sinestetica, in grado, cioè, di mettere in gioco sensi e attività diverse, attività fisica e scoperta della bellezza e, oltretutto, potenzialmente fuori stagione.
Certo, l’iniziativa di Biagio, pregevole, è un punto di partenza: per un progetto simile occorre una più ampia partecipazione di competenze e capacità finanziarie.
E’ impensabile averle sull’isola?
Non mi pare proprio.
Ad esempio, Roberto Ziliani, presidente di Slamp spa, è un assiduo frequentatore di Ponza: da alcuni decenni ha portato a collaborare, con la sua azienda localizzata a Pomezia, i nomi più importanti dell’architettura e del design internazionale contemporaneo, come Bob Wilson, Liebeskind, Zaha Hadid, Mendini….
Una sua lampada è nell’atrio del Museo dell’Acropoli, ad Atene.
E’ stato insignito del Compasso D’Oro alla carriera quest’anno ed è presidente del settore Moda, Design e Arredamento di Unindustria.
Ci conosciamo da sessant’anni, mi è abbastanza facile contattarlo, anche perché siamo insieme in quest’avventura di Marina di Cala dell’Acqua srl.
Roberto non avrebbe la minima difficoltà a costituire un Comitato Scientifico Internazionale, per un progetto del genere: e provate ad immaginare se potesse riguardare anche il recupero urbanistico e ambientale del Comparto 13, che attende da quarant’anni di essere realizzato…
Per coinvolgere le aziende più importanti del settore, sia come “fornitori” che come sponsor, potrebbe aver bisogno di almeno un paio d’ore: ma forse, gli basta anche meno tempo, e senza contare gli interlocutori già sull’isola.
La verità è che non ci vorrebbe nulla a mettere in piedi l’iniziativa: e sarebbe di sicuro interesse per tutti, Ponzesi in primis.
Ci piacerebbe scrivere più spesso di queste cose: progetti, opportunità, occasioni di sviluppo…
Ma poi ci rendiamo conto che bisognerebbe parlarne con Francesco Ambrosino e compagnia cantante e ci viene in mente che, visti gli interlocutori, è più realistico progettare un orto su Marte, per il momento..