La sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato, per ora, il progetto del nuovo porto a Cala dell’Acqua, registra il successo dei tentativi che l’attuale giunta, sin dal suo insediamento, ha messo in atto per ostacolarlo.
Dal giugno 2022, momento dell’elezione di Ambrosino, malgrado continue richieste, è stato possibile incontrare il responsabile della portualità pro tempore, Giuseppe Feola, solo il 12 novembre, presso lo studio dell’Avv.Zaza.
Anche in quella sede siamo stati presi in giro: all’esito dell’incontro, al nostro legale fu proposto di “non scrivere nulla, per il momento..”, per ritrovarci poi difronte al colpo di mano del gennaio successivo, dal quale è partita tutta la controversia.
Non ha molto senso commentare la sentenza, né chiedersi perché sia stata assunta: è comunque ozioso e irrilevante.
Ci interessa invece, in questa sede, evidenziare due aspetti.
Il primo riguarda la malafede, con la quale Ambrosino ha voluto parlare del rischio di fantasiose “speculazioni edilizie” a Le Forna, che sarebbero state evitate grazie alla sua azione.
E’ vero il contrario.
Non solo Marina di Cala dell’Acqua srl ha, come unico interesse, la realizzazione dell’infrastruttura portuale e lo ha dichiarato, più volte, in più sedi: ma non ha, né ha mai avuto, alcun titolo per avanzare ipotesi in tal senso.
E’ invece assai probabile che l’intero Comprensorio 13, nei piani dei “compagni di merende” di Feola e Ambrosino, rientri nell’ ipotesi di alienazione di proprietà pubbliche, costruita nell’ultimo Piano di Riequilibrio presentato alla Corte dei Conti e misteriosamente approvato.
Il secondo aspetto, invece, attiene alla denuncia penale depositata, presso la Procura di Cassino, da Marina di Cala dell’Acqua srl, proprio in ordine alla gestione della pratica del nuovo porto, da parte dell’amministrazione comunale.
La denuncia/querela, depositata a novembre, ha dato origine ad un procedimento di indagine, nel cui registro delle notizie di reato, la denunciante è iscritta come parte offesa
( cfr il modella 335 allegato): il sindaco, l’ex vicesindaco, Mario Pietroniro e Danilo D’Amico, sono stati invece interrogati venerdi e sabato scorsi.
La partita, sul piano amministrativo, continuerà con l’istanza di revocazione che, doverosamente, presenteremo: ma quella sul piano penale, al contrario, deve ancora iniziare.
Però, va registrato, finalmente, un primo successo per la giunta Ambrosino: è riuscita a bloccare un progetto che avrebbe portato attività e sviluppo sull’isola, e proprio nell’area che ne avrebbe più bisogno.
E’ anche una questione di immagine: non avendo concluso assolutamente nulla in quasi tre anni, un progetto attivo sarebbe stato un danno reputazionale insostenibile, per i nostri eroi.
Ma anche se tutto, a Ponza, sembra un gioco truccato, non possiamo, e non dobbiamo, perdere la convinzione che l’arbitro, prima o poi, intervenga….