La storia, in breve, è la seguente.
La Società Elettrica Ponzese SPA (SEP) ottiene nel 2013 il permesso a costruire una cabina elettrica, ma, anziché dove indicato, la costruisce sulla proprietà di un privato.
Il soggetto privato, nel 2018, ottiene dal Tar di Latina la conferma dell’ordinanza di demolizione che, nel frattempo, era stata emessa dallo stesso Comune isolano.
Negli anni successivi si cerca una mediazione, che si concretizza con un accordo raggiunto a inizio 2024: il Comune è in dissesto finanziario e ha necessità di presentarsi, il 10 giugno, davanti alla Corte dei Conti, con un valore di contenzioso più basso possibile.
Ma lo stesso 10 giugno, a sorpresa, mentre è in corso l’udienza davanti alla Corte, il Comune adotta una delibera, con la quale acquisisce il manufatto al patrimonio comunale, per motivi di pubblica utilità.
Il privato ricorre al TAR per l’ennesima volta, contro la delibera comunale e qui viene escogitato un colpo di genio: il responsabile Lavori Pubblici del Comune, l’ing. Pasquale Sarao, già dimissionario, deposita una relazione, il 20 agosto, dalla quale risulta che la cabina insiste su territorio di proprietà comunale.
Il documento viene acquisito seduta stante dai Carabinieri, quale falso in atto pubblico.
Adesso la domanda è: perché non è stata disposta, con effetto immediato, l’interdizione dai pubblici uffici del sindaco Francesco Ambrosino?
Si può, in un paese civile, tollerare una situazione simile?
Lo scopo era rinviare all’infinito: dopo la sentenza del Tar, che non può, visti i precedenti, che essere sfavorevole al Comune, ci si sarebbe rivolti al Consiglio di Stato, guadagnando altro tempo…
E’ la tecnica adottata anche con un altro privato, Marina di Cala dell’Acqua srl, cui un tecnico comunale, senza titolo per farlo e contro ogni normativa vigente, ha comunicato il diniego della richiesta di concessione demaniale per la realizzazione del nuovo porto dell’isola.
Il TAR di Latina ha annullato il provvedimento e il ricorso al Consiglio di Stato è stato puntuale.
In questo modo, è bloccata l’ipotesi concreta, e già finanziata, di uno sviluppo complessivo dell’intera isola, che prevede oltretutto, la partecipazione di soggetti come il CNR e Fincantieri.
Non amiamo vedere la gente portata via in manette.
Però, l’interdizione dai pubblici uffici dell’intera giunta Ambrosino, sull’isola di Ponza, sarebbe una misura elementare di igiene amministrativa: e la prova che, malgrado tutto, anche Ponza fa parte della Stato Italiano e deve rispettarne le regole.