Un progetto di sviluppo invernale per l’isola di Ponza

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Dopo una stagione come quella che si avvia al termine, che non registra semplicemente un calo delle presenze – diversamente distribuito sull’isola – ma soprattutto limiti strutturali, come l’eterna questione del depuratore e le amenità sulla raccolta dei rifiuti, questo è il momento in cui un’amministrazione, degna di questo nome, dovrebbe fare il punto della situazione e mettere in cantiere, o almeno porre all’ordine del giorno, le iniziative necessarie ad affrontare i problemi.

Scordatevelo.

La giunta Ambrosino non ha più le risorse amministrative per intervenire, né ha mai avuto le idee o le competenze per farlo.

Eppure, occorre intervenire sulla narrazione che, inevitabilmente, nell’era dei social media, l’isola subirà: puzza insopportabile, turismo di giovani e giovanissimi maleducati e molesti, disorganizzazione, prezzi ingiustificatamente alti.

I prezzi alti non sono un problema in sé: chiunque lavori nel settore turistico sa che, quando è soddisfatto, il cliente non protesta, anzi, riesce perfino a convincersi che sia logico.

Al contrario, quando non è soddisfatto, i prezzi elevati diventano un boomerang al quale non si sfugge: questo potrebbe essere un prossimo problema per Ponza.

Non esistono fondi da destinare ad una campagna di comunicazione efficace e, soprattutto, non c’è nulla di significativo cui agganciarla: Ponza è uno dei molti splendidi luoghi di questo Paese e l’aspetto ambientale non sarebbe molto originale.

Un dato di fatto da cui partire è che, per posizione geografica e condizioni climatiche, Ponza ha un enorme potenziale invernale, che non è minimamente preso in considerazione e che sarebbe un’ottima opportunità per rinnovare l’immagine dell’isola.

Quindi, come primo passo, è dalle attività invernali che occorre iniziare: anche per giustificare una maggiore attenzione regionale sulle esigenze dell’isola, che finora è considerata poco più di un “parco giochi” estivo.

Facendo finta di avere un’amministrazione, le azioni da impostare potrebbero essere le seguenti:

1) Ipotizzare un calendario di eventi con gli operatori commerciali e gli operatori turistici dell’isola: l’obiettivo è allungare, in autunno e anticipare, in primavera, l’attività turistica;

Ad oggi, le uniche occasione sono costruite intorno alle scadenze religiose e bisogna inventarne altre: sportive, enogastronomiche, culturali, scientifiche;

2) Costituire un comitato tecnico/organizzativo che affronti, realisticamente, i temi della logistica, dei collegamenti, dei controlli igienico/sanitari, degli approvvigionamenti e, infine, degli operatori da coinvolgere;

3) Affrontare, approfittando della dimensione ridotta delle presenze esterne, i nodi organizzativi irrisolti durante l’estate, a cominciare dal divieto, o almeno drastica riduzione, dell’uso di imballaggi di plastica, durante gli eventi, e valutarne l’effetto sul volume dei rifiuti prodotti;

4) Analogamente, affrontare il tema della mobilità sull’isola, organizzando in modo efficace modalità di trasporto pubblico che consentano di ridurre, o vietare, l’arrivo di altri autoveicoli sull’isola, oltre a quelli dei residenti;

5) Fare un censimento realistico delle attività artigianali esistenti sull’isola, dalle più significative alle più marginali, tanto nel settore agroalimentare che negli altri;

6) Fare un censimento dei progetti europei, ai quali l’isola potrebbe partecipare e dotarsi delle collaborazioni scientifiche istituzionali per farlo;

Il secondo passo da intraprendere riguarda l’ampliamento delle attività economiche dell’isola. 

Occorre intervenire sugli elementi strutturali irrisolti dell’isola: Chiaia di Luna e il Comprensorio 13.

Chiaia di Luna è l’opportunità di riqualificare e ampliare l’offerta balneare da terra, ma è una delle prime ipotesi che la giunta Ambrosino, sprecando un ingente finanziamento già ottenuto, ha inteso orientare verso la “privatizzazione guidata”: la versione ponzese del dialogo competitivo previsto dal Codice degli Appalti, come per la centrale di Monte Pagliaro.

Il Comprensorio 13, invece, a partire dal porto di Cala dell’Acqua, rappresenterebbe l’opportunità di uno sviluppo economico rilevante per tutta l’isola, a partire dalla soluzione della condizione di degrado in tutta quell’area: ma, anche qui, la giunta Ambrosino ha bloccato progetti già pronti e finanziati, per cercare di destinarli ad “altri”, di suo interesse. 

Adesso Ponza ha urgenza di affrontare questi temi, ma dispone solo di una giunta che, invece, affida atti e provvedimenti a persone, come la vicesegretaria comunale o l’attuale dirigente dell’Ufficio Demanio, che non hanno titolo per assumerli, mettendo così a rischio di nullità, quel poco di attività amministrativa in essere ed esponendo il comune a ipotesi di danno erariale.

Per ora, contro ogni buonsenso, la giunta resta lì.

E i problemi non si sposteranno di un millimetro.

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