IL PORTO A CALA DELL’ACQUA

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Il Consiglio di Stato ha pubblicato ieri la sentenza che accoglie il ricorso del comune di Ponza, contro la precedente sentenza del TAR, che aveva annullato la comunicazione di Mario Pietroniro e Franco Ambrosino, con la quale, nel gennaio del 2023, si chiudeva con diniego l’istanza di concessione demaniale per il porto a Cala dell’Acqua.

Le sentenze si rispettano, sempre.

Si possono commentare, però.

Il nostro commento è che gli avvocati del comune – e della SEP, perché sono sempre gli stessi – hanno capacità professionali che i nostri non hanno.

In generale, in ambito amministrativo, comune e SEP sembrano imbattibili: alla Corte dei Conti, al TAR e, adesso, anche al Consiglio di Stato.

Finisce qui? No di certo.

Finora, la giunta Ambrosino e la SEP sono riuscite a schivare ogni implicazione penale, ma è proprio sul fronte penale che la questione è ancora aperta.

Ieri, il commento di questa vicenda, da parte dell’amministrazione, è stato affidato al Gorilla, un signore già condannato per diffamazione, salvato solo dalla prescrizione, per aver tardato la gara di appalto per la centrale di Monte Pagliaro, alfine di favorire la SEP, sotto il cui mandato è stato nascosto il peggior disastro ambientale della storia dell’isola e la cui decisione più nota è stata lo spostamento d’arbitrio del dissalatore a Cala dell’Acqua, con il risultato che sappiamo.

Non si commentano le affermazioni di un venditore di chiacchiere.

La domanda alla quale, finora, non abbiamo avuto risposta è: perché Giuseppe Feola è stato costretto a frettolose dimissioni lo scorso agosto?

Fino a quando Ponzesi e imprenditori dovranno vivere nell’isola della SEP?

Ponza e’ una realtà ingessata nei due mesi di stagione estiva, senza un’idea di sviluppo né un bilancio credibile, non ha un  porto sicuro, malgrado la volonta’ della Regione ( vedi piano dei porti che prevede un porto proprio a Cala Dell’Acqua ) , non ha un Piano Regolatore decente , produce energia come negli anni ’50,  malgrado gli incentivi volti alle rinnovabili , non ha – da anni –  un depuratore all’altezza dell’affluenza agostana,  non ha un dissalatore e l’acqua portata con le bettoline deve essere ripotabilizzata, mentre la parte più popolosa dell’Isola,  Le Forna, è stata abbandonata, nei decenni, alla funzione di “retrobottega”, da destinare a impianti fastidiosi e progetti alla rinfusa..

Non c’é un museo perché non c’è alcuna coscienza della propria cultura, malgrado le migliori intenzioni di Ponzaracconta e pochi, volontaristici tentativi.

L’unica impresa dell’Isola, attiva 365 giorni l’anno, e’ la SEP, che vive di consumo obbligato e finanziamento pubblico: il trionfo del parassitismo.

Il bullismo istituzionale che adesso va di moda, è vigente a Ponza almeno dal 2012, anno di insediamento della giunta del Gorilla, ed è sostenuto da tutti: la politica, in primo luogo, gli organi dello Stato, gli enti locali.

Si ha la sensazione costante di partecipare ad una partita truccata.

E’ attualmente oggetto di indagine interna la decisione con la quale la Corte dei Conti, lo scorso giugno, ha approvato il piano di riequilibrio presentato dall’amministrazione comunale: era palesemente fantasioso, eppure è passato…

Il TAR, recentemente, sulla questione della famosa cabina elettrica, ha dato ragione al comune, sulla base di una certificazione, a firma Angelo Rotolo, che conteneva gli stessi elementi per i quali, qualche mese fa, Pasquale Sarao è stato messo sotto indagine dalla Procura di Cassino, per falso in atto pubblico.

Molto si potrebbe discutere della sentenza di ieri del Consiglio di Stato, ma preferiamo commentare con le parole del Prof.Carnelutti, già recentemente citato, ” abbiamo sbagliato porta…”.

C’è un terreno sul quale però non si può barare, ed è quello della volontà popolare, tutte le volte che è chiamata ad esprimersi.

Noi continueremo a portare avanti i nostri progetti, con tutti coloro che vorranno partecipare: abbiamo conosciuto uno splendido posto e delle bellissime persone e non sprecheremo, né chiuderemo qui, quest’esperienza.

Per la cronaca, abbiamo presentato denuncia penale, per ora contro ignoti, sulle modalità con le quali questa giunta ha gestito la nostra richiesta di concessione demaniale, per la realizzazione e gestione di un nuovo porto a Cala dell’Acqua.

Nel procedimento attualmente aperto, Marina di Cala dell’Acqua srl risulta iscritta come parte offesa, ai sensi dell’art.328 c.p., omissione di atti d’ufficio.

E’ solo l’inizio.

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